Giornata Mondiale sull'Autismo
Lo scorso 2 Aprile, in occasione della Giornata Mondiale sull'Autismo, i ragazzi del Nostro Indirizzo per i Servizi Socio Sanitari hanno visionato il programma dal titolo "Come ti chiami? Sette storie sull'Autismo" di Francesca Pinto, trasmesso sulle reti RAI, ed, al termine di questo, ognuno di loro ha voluto sintetizzare, attraverso una breve frase, un pensiero, un immagine, quanto rimasto più impresso o quanto ritenuto più significativo:
“Autismo non
significa chiusura, ma bisogno di essere aperto da te".
2ASS Maria
Benati
“La scuola è uno strumento fondamentale per gli
autistici: per loro il fatto di sentirsi inclusi in un ambiente cosiddetto di
normodotati è una cosa positiva”.
3ASS Margherita Lupelli
"Nel silenzio di mille parole sono presenti molti
discorsi se non ci isoliamo dagli altri e se impariamo ad amarli".
"L'autismo non è isolarsi dagli
altri ma è un modo per amare e stargli vicino".
2ASS Alessandra Moroni
"La scuola è: istruzione, divertimento, gioco,
studio e, soprattutto, per tutti"
3ASS Isabella Conciarelli
“Conoscere l’autismo significa opportunità”
2ASS Benedetta Pasqualoni
Essere
diversi non è una cosa cattiva ma vuol dire semplicemente essere sé stessi.
Cardinelli
Parliamo in silenzio.
Reitano - Brunetti - Likafi
Il mondo
dell’autismo è un qualcosa di immenso e sconosciuto, ma dal momento in cui
incontri un bambino che ne soffre, devi imparare a capirlo ed ascoltarlo con il
cuore e vedere il suo mondo attraverso i suoi occhi.
Cavallucci Sofia 1AS
“Trova la chiave per entrare nel mio mondo”
2ASS Margherita Baragli
"L'autismo non si cura, si capisce"
Tadili Intissar 2AS
“Il documentario di Francesca Pinto parla di sette
ragazzi di 10 ai 16 anni che hanno problemi di autismo. Generalmente l’autismo
è un grave disturbo che nei soggetti che sono portatori, pregiudica la capacità
di interazione e comunicazione sociale, induce comportamenti ripetitivi e
limita drasticamente il campo degli interessi. Ad esempio, uno di questi sette
bambini è Edoardo che purtroppo non parla e soffre della sindrome di spettro
autistico. A scuola però ha due lavori da svolgere di cui uno è la musica che
lo rilassa e l’agenda invece fa si che Edoardo capisca cosa deve fare durante
l’arco della giornata. Nel caso di Sara invece riesce a parlare ma diciamo che
vive in un mondo tutto suo, si esprime male perché non riesce ad allacciare
tutte le parole…ci sono mancanze nella gestualità, la mimica, l’intelligenza
può essere sopra ogni livello o altre volte è molto scarsa. In America nascono
con questo problema 1 su 68 mentre in Italia ci sono ci sono casi di 1 su 1000”.
2ASS Vittoria Belli
Le persone autistiche sono come noi, se non meglio. Sono persone
solari, divertenti che rispondono agli insulti con il sorriso; loro sognano e
non si abbattono davanti a nulla.
Non sono persone perfette ma sono persone umane, che non giudicano e non puntano
il dito. La nostra generazione tende a giudicare senza conoscere e tutti noi
dovremmo imparare da persone come loro, pronte ad ascoltarci e riempirci il
cuore con il loro affetto.
Bisogna imparare ad accettare i piccoli gesti anche i più umili, bisogna prestare aiuto a
persone con difficoltà anche se veniamo prese in giro perché aiutare un ragazzo autistico ci
fa salire l’autostima ci rendiamo conto che serviamo a
qualcuno di speciale, che in questo mondo possiamo fare qualcosa. Aiutare un
ragazzo autistico anche ad allacciarsi la scarpa, preparargli lo zaino
all’uscita, aiutarlo con le lezioni… è bellissimo e ci fa stare bene con noi
stessi.
Ci sono diverse forme di autismo generalmente si manifestano nei primi
anni di vita ma alcuni arrivano ad avere una forma di autismo in età adulta. Si
capisce se una persona è autistica dai suoi comportamenti: difficoltà a
parlare, camminare, socializzare e prestare attenzione.
Tadili - Stafa - Polverini
Il quinto bambino si chiama RICCARDO: La parola autismo nel caso di
Riccardo non è emersa subito, Riccardo non rispondeva, non si girava, era
iperattivo, non parlava e la mamma non sapeva come gestirlo.
Riccardo non stava mai fermo, usava toni di voce molto alti e
soprattutto non riusciva mai a stare seduto.
Si integrò subito bene con la terapia attraverso un libro.
Il sesto si chiama GIUSEPPE: ragazzo molto tranquillo, dolce che adora
coccole e baci infatti riempie i suoi compagni di abbracci e bacini.
Jodie Tabone & Denise De Santis