giovedì 18 febbraio 2021

ITE 2020-2021

Giorno della Memoria 

in merito a questa drammatica ricorrenza, siamo a riportare alcune sentite riflessioni e considerazioni fatte dai Nostri Studenti dell'Indirizzo Economico.

Come scritto nel dizionario della lingua italiana il ricordo è “un segno rimasto come conseguenza di un evento”.

Leggendo il libro” La ragazza che sognava il cioccolato” di Roberto Olla e ciò che viene scritto sui manuali di scuola, non possiamo certo rivivere e sentire a pieno il dolore delle  persone che hanno vissuto l’Olocausto, ma possiamo comunque ricordarle, non come numeri, ma come individui, che hanno sopportato molto, che hanno sofferto situazioni disumane di cui, nonostante ciò, alcuni, riescono ancora a parlare, cercando di trasmettere e soprattutto far capire quanta cattiveria ha l’uomo in cuor suo. 

La vita è fatta di ricordi; tutto ciò che viene definito “passato” è un ricordo che vive perennemente dentro di noi.

Chi per una perdita, chi per un momento di rabbia o di tristezza, sta male, perché quel ricordo negativo ci fa rievocare il tutto con dolore, spesso con una lacrima.

I ricordi però, insieme alla coscienza, ci permettono di rivivere ciò che il tempo ci ha tolto e, anche se tutto questo può far male, i ricordi  sono strumento essenziale di crescita.

 Nella vita ogni esperienza, anche quella altrui, serve per apprezzare ciò che abbiamo, ma soprattutto ci aiuta a maturare e aprirci con occhi positivi verso un mondo migliore.

Gaia Visco

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Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre.

                                                                                                  Primo Levi

27 gennaio 1945,  l’Armata Rossa libera il campo di concentramento nazista di Auschwitz. 

A partire dal 2000 in Italia e dal 2005 a livello internazionale si celebra questo giorno come il ‘Giorno della Memoria’, per non dimenticare cosa è stata la Shoah e i milioni di vittime provocati .

Messi in un vagone, dove i lamenti dei bambini rimbombavano, costretti a sopportare condizioni prive di ogni forma di igiene, sorvegliati dalle SS munite di bastoni e cani, la destinazione di questi poveri individui era il campo di concentramento.

Una volta arrivati venivano  divisi in base al sesso e all’età per poi ritrovarsi  senza identità e dignità perché un solo numero di matricola avrebbe permesso di individuarli.

Tutto questo solo per realizzare il folle sogno di Hitler: progettare un mondo purificato da tutto ciò che non fosse stato ariano con lo scopo di  affermarne la superiorità.

“Shoah” , letteralmente significa “ tempesta devastante” ed è il termine con il quale si indica lo sterminio del popolo ebreo.

Roberto Olla, membro del comitato scientifico del Museo della Shoah di Roma, ma anche giornalista, conduttore e autore di numerosi programmi televisivi, regista e scrittore, ha realizzato il libro “La ragazza che sognava il cioccolato”, basato sulla testimonianza di una sopravisuta, recentemente scomparsa. L’opera infatti racconta la storia della deportazione di Ida Marcheria, degli ebrei di Trieste e successivamente del suo trasferimento a Roma, dove ha gestito un laboratorio di cioccolato, diventato luogo di riferimento e di incontro per l’intervista.

Il libro è diventato un documento per ricordare alla memoria futura i tragici avvenimenti che hanno cambiato per sempre la vita e il destino di molte persone.

Spontanea è la domanda: che cos’è la memoria e perché bisogna ricordare?

La memoria è come un deposito all’interno del quale l’individuo può conservare tracce della propria esperienza passata, per riuscire ad affrontare situazioni di vita presente e futura. 

Ricordare è dovere;, ciò che è accaduto è un riconoscimento pubblico e collettivo di un fatto particolarmente grave di cui l’Europa è stata capace e a cui l’Italia ha collaborato.

Ricordare è segno di civiltà; ricordare serve per creare un futuro migliore fatto di pace e di fraternità; ricordare è anche stare attenti affinchè il tutto non accada ancora

Il male non arriva all’improvviso, è qualcosa che cresce lentamente nella vita di tutti i giorni, che entra a far parte della quotidianità, che si nutre di piccole cose.

Il nostro compito è di ricordare il passato per non dimenticare, per riflettere sulle nuove forme di violenza e sui nuovi problemi che ci pone la modernità. 

Repubblica Democratica del Congo, 6 milioni di morti, la metà dei quali sono bambini. 

È in atto un genocidio da oltre 20 anni, nel silenzio generale dei media, ma  l’Onu ha avviato un’inchiesta internazionale sulle violazioni dei diritti umani dopo che negli ultimi mesi si sono susseguite violenze e attacchi militari, con numerosi ritrovamenti di fosse comuni nel Kasai.

Questo ci può far riflettere sull’importanza del non dimenticare e sulla necessità di apportare  cambiamenti positivi...

Siamo noi che decidiamo come dare una  svolta al mondo; dipende tutto da noi!.

Linda Minelli Cl 3AE

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La scuola Rosselli Rasetti in data 25 Gennaio 2020, ha accolto l’autore del libro’’La ragazza che sognava il cioccolato’’ per commemorare  nella sede stessa la giornata della memoria, che si  ricorderà in data 27 gennaio.

Ma cosa ha scritto Roberto Olla?,

Roberto Olla, racconta la storia di Ida Marcheria, giovane ragazza che presto diverrà prigioniera in un campo testimonianza dell’atrocità dell’esistenza; un campo pieno di sofferenze ,che si è portato via migliaia di vite  innocenti.

Ida Marcheria all’età di 14 anni, venne deportata in Polonia con tutta la sua famiglia ,ma poi  divisa dai suoi affetti a causa delle selezioni , rimanendo sola con sua sorella Stella.

Lo scrittore riferisce a noi studenti di un’intervista fatta ad Ida prima di morire, da cui emerge la sofferenza disumana patita dalla protagonista all’interno del campo. I  deportati lì non erano schiavi,ma nullità ; infatti mentre uno schiavo è riconosciuto, gli ebrei, là dentro, erano tutti solo numeri. 

Roberto Olla racconta in modo chiaro come Ida odiava far riaffiorare il vissuto e ma soprattutto è stato capace di palesare con forza la rabbia che ,ancora a distanza di tanto tempo, Ida  covava dentro di se nei confronti dei Nazisti, che tanto avevano osato.

Ecco che allora, davanti  a tanto patire,sorge spontanea una domanda: “Come può fare una donna dopo aver passato tutto ciò, a trovare  il coraggio di raccontarlo?’’ Sicuramente la forza, la sua forza, ma soprattutto la voglia di denuciare  affinchè tutto questo non accada mai più! Mai più

27 Gennaio: per non dimenticare.

Samanta Qyra

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GIORNATA DELLA MEMORIA


27 GENNAIO- un giorno degno di  essere ricordato. Ma perchè ? E’ il giorno in cui l’ Armata rossa liberò il campo di concentramento di Auschwitz, ponendo fine a tanta disumanità testimoniata, portando a galla ben più di 60 milioni di morti. Un bel numero che decisamente è entrato nella storia, ma non come un numero positivo, bensì un numero che lascia il segno. 60 milioni di innocenti, 60 milioni di persone da ricordare ogni giorno  per il loro vissuto. 

Durante l’Olocausto condizioni disumane si sono fatte strada: non schiavi, ma esseri umani non riconosciuti, esseri umani non più considerabili UMANI. Crudeltà e inumanità. Condizioni igieniche inesistenti, fame, freddo erano gli altri nemici sempre in agguato.

L’ identità di ogni individuo veniva sostituita da un numero, un numero che  spersonalizzava e induceva quelle povere perone a porsi la domanda: “Perché io?”

Questo è quello che successe durante la seconda guerra mondiale! E pensare che tutto era finalizzato a sottolineare la superiorità di una razza: quella ariana

Pochi sono i sopravvissuti, che ancora, al solo pensiero di tanta crudeltà vissuta,di immagini e sensazioni ancora troppo vive, ripercorrono a fatica il loro passato. L’impensabile. 

Tali momenti vanno ricordati nella storia, ma non per il bene fine a se stesso di essere ricordati, ma per far capire fino a che punto “la razza umana” è capace di osare.. 

27 GENNAIO- MAI PIÙ

Denisa Lucan