Giorno della Memoria
in merito a questa drammatica ricorrenza, siamo a riportare alcune sentite riflessioni e considerazioni fatte dai Nostri Studenti dell'Indirizzo Economico.
Come scritto nel
dizionario della lingua italiana il ricordo è “un segno rimasto come
conseguenza di un evento”.
Leggendo il libro” La
ragazza che sognava il cioccolato” di Roberto Olla e ciò che viene scritto sui
manuali di scuola, non possiamo certo rivivere e sentire a pieno il dolore
delle persone che hanno vissuto
l’Olocausto, ma possiamo comunque ricordarle, non come numeri, ma come
individui, che hanno sopportato molto, che hanno sofferto situazioni disumane
di cui, nonostante ciò, alcuni, riescono ancora a parlare, cercando di
trasmettere e soprattutto far capire quanta cattiveria ha l’uomo in cuor
suo.
La vita è fatta di
ricordi; tutto ciò che viene definito “passato” è un ricordo che vive perennemente
dentro di noi.
Chi per una perdita, chi
per un momento di rabbia o di tristezza, sta male, perché quel ricordo negativo
ci fa rievocare il tutto con dolore, spesso con una lacrima.
I ricordi però, insieme
alla coscienza, ci permettono di rivivere ciò che il tempo ci ha tolto e, anche
se tutto questo può far male, i ricordi sono strumento essenziale di crescita.
Nella vita ogni esperienza, anche quella altrui, serve per apprezzare ciò che abbiamo, ma soprattutto ci aiuta a maturare e aprirci con occhi positivi verso un mondo migliore.
Gaia Visco
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Se comprendere è
impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare,
le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre.
Primo Levi
27 gennaio 1945,
l’Armata Rossa libera il campo di concentramento nazista di Auschwitz.
A partire dal 2000 in Italia e dal 2005 a livello internazionale si celebra questo giorno come il ‘Giorno della Memoria’, per non dimenticare cosa è stata la Shoah e i milioni di vittime provocati .
Messi in un vagone, dove i lamenti dei bambini rimbombavano, costretti a sopportare condizioni prive di ogni forma di igiene, sorvegliati dalle SS munite di bastoni e cani, la destinazione di questi poveri individui era il campo di concentramento.
Una volta arrivati
venivano divisi in base al sesso e all’età per poi ritrovarsi senza identità e dignità perché un solo
numero di matricola avrebbe permesso di individuarli.
Tutto questo solo per realizzare il folle sogno di Hitler: progettare un mondo purificato da tutto ciò che non fosse stato ariano con lo scopo di affermarne la superiorità.
“Shoah” , letteralmente significa “ tempesta devastante” ed è il termine con il quale si indica lo sterminio del popolo ebreo.
Roberto Olla, membro del comitato scientifico del Museo della Shoah di Roma, ma anche giornalista, conduttore e autore di numerosi programmi televisivi, regista e scrittore, ha realizzato il libro “La ragazza che sognava il cioccolato”, basato sulla testimonianza di una sopravisuta, recentemente scomparsa. L’opera infatti racconta la storia della deportazione di Ida Marcheria, degli ebrei di Trieste e successivamente del suo trasferimento a Roma, dove ha gestito un laboratorio di cioccolato, diventato luogo di riferimento e di incontro per l’intervista.
Il libro è diventato un
documento per ricordare alla memoria futura i tragici avvenimenti che hanno
cambiato per sempre la vita e il destino di molte persone.
Spontanea è la domanda: che cos’è la memoria e perché bisogna ricordare?
La memoria è come un
deposito all’interno del quale l’individuo può conservare tracce della propria
esperienza passata, per riuscire ad affrontare situazioni di vita presente e
futura.
Ricordare è dovere;, ciò
che è accaduto è un riconoscimento pubblico e collettivo di un fatto
particolarmente grave di cui l’Europa è stata capace e a cui l’Italia ha
collaborato.
Ricordare è segno di
civiltà; ricordare serve per creare un futuro migliore fatto di pace e di fraternità;
ricordare è anche stare attenti affinchè il tutto non accada ancora
Il male non arriva
all’improvviso, è qualcosa che cresce lentamente nella vita di tutti i giorni,
che entra a far parte della quotidianità, che si nutre di piccole cose.
Il nostro compito è di
ricordare il passato per non dimenticare, per riflettere sulle nuove forme di
violenza e sui nuovi problemi che ci pone la modernità.
Repubblica Democratica
del Congo, 6 milioni di morti, la metà dei quali sono bambini.
È in atto un genocidio
da oltre 20 anni, nel silenzio generale dei media, ma l’Onu ha avviato
un’inchiesta internazionale sulle violazioni dei diritti umani dopo che negli
ultimi mesi si sono susseguite violenze e attacchi militari, con numerosi ritrovamenti
di fosse comuni nel Kasai.
Questo ci può far
riflettere sull’importanza del non dimenticare e sulla necessità di
apportare cambiamenti positivi...
Siamo noi che decidiamo come dare una svolta al mondo; dipende tutto da noi!.
Linda Minelli Cl 3AE
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La scuola Rosselli Rasetti in
data 25 Gennaio 2020, ha accolto l’autore del libro’’La ragazza che sognava il
cioccolato’’ per commemorare nella sede
stessa la giornata della memoria, che si
ricorderà in data 27 gennaio.
Ma cosa ha scritto Roberto Olla?,
Roberto Olla, racconta la storia
di Ida Marcheria, giovane ragazza che presto diverrà prigioniera in un campo
testimonianza dell’atrocità dell’esistenza; un campo pieno di sofferenze ,che
si è portato via migliaia di vite innocenti.
Ida Marcheria all’età di 14 anni,
venne deportata in Polonia con tutta la sua famiglia ,ma poi divisa dai suoi affetti a causa delle
selezioni , rimanendo sola con sua sorella Stella.
Lo scrittore riferisce a noi
studenti di un’intervista fatta ad Ida prima di morire, da cui emerge la
sofferenza disumana patita dalla protagonista all’interno del campo. I deportati lì non erano schiavi,ma nullità ;
infatti mentre uno schiavo è riconosciuto, gli ebrei, là dentro, erano tutti
solo numeri.
Roberto Olla racconta in modo chiaro
come Ida odiava far riaffiorare il vissuto e ma soprattutto è stato capace
di palesare con forza la rabbia che ,ancora a distanza di tanto tempo, Ida
covava dentro di se nei confronti dei
Nazisti, che tanto avevano osato.
Ecco che allora, davanti a tanto patire,sorge spontanea una domanda:
“Come può fare una donna dopo aver passato tutto ciò, a trovare il coraggio di raccontarlo?’’ Sicuramente la
forza, la sua forza, ma soprattutto la voglia di denuciare affinchè tutto questo non accada mai più! Mai
più
27 Gennaio: per non dimenticare.
Samanta Qyra
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GIORNATA
DELLA MEMORIA
27 GENNAIO- un giorno degno
di essere ricordato. Ma perchè ? E’ il giorno in cui l’ Armata rossa
liberò il campo di concentramento di Auschwitz, ponendo fine a tanta disumanità
testimoniata, portando a galla ben più di 60 milioni di morti. Un bel numero
che decisamente è entrato nella storia, ma non come un numero positivo, bensì
un numero che lascia il segno. 60 milioni di innocenti, 60 milioni di persone
da ricordare ogni giorno per il loro
vissuto.
Durante l’Olocausto condizioni disumane
si sono fatte strada: non schiavi, ma esseri umani non riconosciuti, esseri
umani non più considerabili UMANI. Crudeltà e inumanità. Condizioni
igieniche inesistenti, fame, freddo erano gli altri nemici sempre in agguato.
L’ identità di ogni individuo veniva
sostituita da un numero, un numero che spersonalizzava e induceva quelle
povere perone a porsi la domanda: “Perché io?”
Questo è quello che successe durante la
seconda guerra mondiale! E pensare che tutto era finalizzato a sottolineare la
superiorità di una razza: quella ariana
Pochi sono i sopravvissuti, che ancora,
al solo pensiero di tanta crudeltà vissuta,di immagini e sensazioni ancora
troppo vive, ripercorrono a fatica il loro passato. L’impensabile.
Tali momenti vanno ricordati nella
storia, ma non per il bene fine a se stesso di essere ricordati, ma per far
capire fino a che punto “la razza umana” è capace di osare..
27 GENNAIO- MAI PIÙ
Denisa Lucan